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giovedì 29 marzo 2012

Genny, dalla Parigi di "Povera Piccola" alla "Zena", de "L' ALBERGO DEL RAGNO"


La Stazione Principe a Genova, vista da 
"L'Albergo del Ragno"

Lo sanno tutti: i personaggi principali sono gli stessi del noir "POVERA PICCOLA", ma sono in vacanza, e una dei protagonisti, Genny, è di madre ligure.
Insieme ai protagonisti del libro, ci ritroviamo a passeggio per luoghi che sono come meandri della mente. Luoghi che sembrano avvolgersi su sé stessi senza lasciare scampo, come la ragnatela sulle sue vittime, e nei quali invece non ci si può perdere: basta scendere, e si arriva al mare. Come hanno fatto i Genovesi antichi.
Genova, col suo vasto Centro Storico che ha davvero la forma di un grande ragno con la sua ragnatela (vedere lo Stradario, per crederci), è una città assolutamente teatrale, colma di misteri e di odori inquietanti, ricca di lingue e di culture, popolata da gente poco espansiva e tenace. Io sono un po'diversa perché, come tanti, ho ascendenti emiliani e salernitani e piemontesi (Galli, e anche Elvetici), ma aveva ragione mio padre: la nostra città è Genova. L'orizzonte è il confine fra il cielo e il mare, e dunque più vasto di così non potrebbe essere. Di là, oltre quella linea virtuale eppur così reale che l'occhio non può sorpassare, ci sono la Corsica, la Sardegna, e tutte le rotte per il Mediterraneo e per il mondo.
Genova, con le sue scenografie chiuse e segrete, con le sue piazze che solo la strettezza dei "carruggi" rendono tali, pare da sempre raccogliersi per avere la forza di lanciarsi fuori, nel vasto mondo. E ogni angolo della città nasconde un segreto. Un bianco palazzo cinquecentesco può racchiudere, in uno dei suoi muri interni, le finestre e la cavità profonda di un pozzo d'acqua piovana. Poco più in là, un giardino più segreto di quello di Burnett vive di una sua vita nascosta e gelosa. Verso una piazzetta, un portone anonimo inalbera un frontone che è un presepe classico e ingenuo. Una fascinosa cattedrale di "pezzi di recupero", San Lorenzo, mostra un muro esterno ma defilato composto di frontoni di tombe romane, e sulla facciata ha colonne tortili certamente giunte dall'Asia Minore. Persino una bomba inesplosa della II Guerra Mondiale se ne sta lì, in piedi sul pavimento di marmi preziosi, terribile monito all'imbecillità umana.   E c'è anche un tesoro, nella cattedrale, e contiene persino il (si dice) calice del Graal. Sollevate dal loro vergognoso degrado, nella zona di Piazza Sarzano ci sono due costruzioni cinquecentesche che furono delle chiese, e oggi ospitano una sede universitaria e un piacevole locale che è un "bar-libreria", con le finestre che spaziano sul porto, e "controllano" la partenza delle navi. Ci sono anche almeno due complessi conventuali abbandonati e ristrutturati che oggi ospitano eventi sociali e culturali: in quello di Sant'Agostino, in Sarzano, c'è un Museo meraviglioso. Genny e i suoi amici non ci sono stati, ma li ho portati a Genova Pegli, lungo gli affascinanti percorsi, naturalistici (e dichiaratamente teatrali: sono opera di uno scenografo del Teatro Carlo Felice), del "giardino romantico" di Villa Durazzo - Pallavicini.
L'Albergo del Ragno è edito da Arduino Sacco Editore.
Lo trovate non solo sul sito della casa editrice, su ibs e su tutte le librerie online. E' ordinabile in qualsiasi libreria. ESISTE ANCHE L'E-BOOK, REPERIBILE SU AMAZON.

lunedì 12 marzo 2012

Ne "L'ALBERGO DEL RAGNO", di Laila Cresta


Perché "il Ragno"? Dopo tutto, i ragni sono animaletti interessantissimi e anche affascinanti, a modo loro, e infatti non sono loro il soggetto del libro: c'è solo un'analogia fra il comportamento di un assassino che nessuno riesce a vedere, e la bellezza ingannatrice di una ragnatela che pare d'argento, ma è una trappola vischiosa che non lascia scampo.
Mi sono aggirata nell'Albergo che ospita il Drago e i suoi amici, addentrandomi in quel posto oscuro e pericoloso che è sopra la Stazione Principe.
Mi sono fatta avvolgere da quell'aria stantia e immobile, dimenticata dal tempo, per cercare i fili di quella cosa così bella e subdola che è una tela di ragno.
Ed essa si è dipanata davanti a me, cercando nel frattempo di far dimenticare  la propria viscosità traditrice, e inanellandosi di perle di rugiada. Sembrano gioielli. E sono solo effimere perle d'acqua.

 L'ALBERGO DEL RAGNO, di Laila Cresta
Arduino Sacco Editore - ISBN-978-88-6354-946-1
Sul sito della Casa Editrice, su tutti i siti di vendita online e da
Booksin, la libreria dei carruggi
Vico del Fieno 40/R       16123 Genova  info@booksin.it