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lunedì 9 novembre 2020

IL RESPIRO DEL MONDO- recens dott.sa Capodici


In questa storia di amore e musica, è proprio la musica a essere IL RESPIRO DEL MONDO.

Dall’assassinio di un grande musicista, si dipana la storia di una incomprensibile persecuzione contro la sua famiglia, finché rimane solo Giulia, la figlia ventenne. Ha l’amore di Giorgio, un “privato” che deve e vuole scoprire l’assassino di suo padre, il M° Sanguineti.

  Dopo il funerale del grande Maestro, Giulia fugge nella casa in cui è cresciuta. Nel poggio della Riviera Ligure di Levante su cui sorge la villa però, si è accampato un inatteso ospite: Giorgio, un bell’uomo dal fisico aitante che ha dieci anni più di lei. L’atmosfera intorno a Giulia si fa sempre più soffocante, attraversata da una nebbia sanguigna: hanno imbrattato la targa che doveva ricordare il Maestro ai posteri con una grande chiave di violino che pare grondare sangue, hanno praticamente distrutto tutto ciò che era in camera di Giulia, fra carcasse di maiale gocciolanti sangue, appese nella stanza; hanno attentato alla sua vita, rubato tutti si suoi vestiti da sera credendoli di sua madre. La ragazza può contare solo su Giorgio, per riuscire a capire chi sia l’autore di quella persecuzione, e il perché: hanno ucciso suo nonno, sua nonna, suo padre e, infine, è chiara la volontà di uccidere anche lei, che è una pianista eccezionale. Sulla storia aleggia l'ombra di un delitto orribile: la pedofilia. 

Purtroppo però, ci sono persone incapaci di rispettare il talento, la bellezza, e persino l’innocenza.


Recensione

La prima parola che si legge di un romanzo è il titolo e nel titolo troviamo il sangue e la chiave di violino. Quello che mi coinvolge di più è la chiave, e la chiave di violino. Cerco di indovinare che cosa si aprirà davanti a me nel leggere e penso subito alla parola "chiave".

Che cos'è una chiave? E' uno strumento per aprire, per esempio una porta, la porta della storia raccontata, ma è anche il mezzo per comprendere un discorso, o una trama.

Però è anche uno strumento per chiudere: tenere sotto chiave è imprigionare, ma anche occultare o proteggere. Chi occulta e che cosa ? Chi protegge e chi ?

Chi avrà queste funzioni in questo romanzo ?

Ma, un momento, qui la chiave è quella di violino, e allora vengo travolta dall'amore per la musica, anzi comincio già a sentire musica dentro di me e intorno a me.

La chiave di violino è quel simbolo posto all'inizio del pentagramma, quindi devo cominciare a leggere, come se fossi anch'io una chiave di violino, e da questa mi farò guidare tra le righe del romanzo, perchè anche la struttura di un romanzo è un pentagramma, e tra quelle righe dobbiamo addentrarci.

Il primo personaggio che incontro è il Maestro Sanguineti, un prestigioso musicista di fama mondiale che, a soli 45 anni, viene trovato morto nella vasca da bagno della sua casa. Suicidio? Impossibile, non avrebbe mai abbandonato la musica volontariamente

La sua morte "lascia l'umanità orfana di lui", ma la prima vera orfana è la figlia Giulia. La ragazza, che era stata lasciata sola dal padre sin da piccola, dopo la morte della mamma Estella, una bravissima ballerina classica, era cresciuta con i nonni.

Anche lei è una virtuosa del pianoforte e dovrebbe andare a tenere un concerto a New York, ma non parte e se ne va , anzi si precipita, a Sestri Levante. Va nella villa di famiglia  che, guarda caso, si chiama "La Spinetta", e dove è cresciuta con i nonni dopo la morte di Estella, il vero grande amore del M° Sanguineti e dove ha trovato la morte anche l'amato nonno.

Tutte morti dovute a strani e misteriosi incidenti mortali.

Ma qui anche Giulia rischierà la propria vita, però qui incontrerà anche Andrea.

Ma chi vuole uccidere, uccidere, uccidere ?

Il giovane Andrea l'aiuterà a trovare la "chiave" del mistero, quella chiave troppo insanguinata, ma proprio lui sarà anche la "chiave" di svolta della vita di Giulia.

Tutto si svolge soprattutto tra Genova e Sestri Levante, una Sestri da favola.

La favola è anche in una spinetta che rischia anche lei di essere irrimediabilmente uccisa.

La musica del pianoforte è sempre presente. Questo pianoforte è uno strumento di grande valore che ha un suono meraviglioso, ma nella storia ci sono dei tasti stonati e sta al lettore trovarli e scoprire  perché siano stonati.

 

 Dott.sa Giuseppina Lucia Capodici

 

 



lunedì 24 agosto 2020

GIVE love A CHANCE! l'amore non esiste solo per i ragazzi!


Parafrasando "Give peace a chance", di Lennon: in quegli anni "peace and love" era un un binomio inscindibile.

Il romanzo si svolge ai nostri giorni, ma i protagonisti, Gioele e Laura, sono ex ragazzi di allora, che ritrovano l'amore scoprendo di non essere meno appassionati dei loro figli. Per lui, un ex atleta, lei è stata il primo amore. Per lei, reduce da un divorzio traumatico, l'amore è un capitolo chiuso, per il quale non si sente più adatta. Anche la gente è piena di pregiudizi: quando si coccolano in Corso Italia, sul mare, una donna protesta: "Amia lì! A l’è ‘na verghèugna! E i son anche za de etæ! No l’an manco puia de faSe vedde! Lè, poi, a faieiva megio a no fa tanto a…(Guarda lì! E sono già avanti con gli anni! Non han neanche paura di farsi vedere! Lei poi, farebbe meglio a non far tanto la...). Poi però, la donna torna a casa col marito: in 40 di matrimonio sono stati lontani tanto, mentre lui navigava, che adesso viene loro voglia di darsi l'amore che non hanno potuto darsi da ragazzi: "Traviati!" esclama Gioele ridendo. Tutta la storia è cullata dalla musica di Mozart: Gioele adesso è un noto regista teatrale.

Insieme, Gioele e Laura scoprono che l'amore è sempre amore, e la passione esiste ancora, anche quando i figli potrebbero non approvare, e perfino sostituirsi ai nonni nel controllarli! 


giovedì 13 agosto 2020

"LO ZIO D'AMERICA"- di LAILA CRESTA



Non sono pochi, gli Italiani che hanno uno "zio d'America": Carlotta è in "missione" a Buenos Aires per conto di una famosa stilista italiana, ma è un po' incuriosita anche dall'idea di trovare i parenti americani della nonna. 
Nella storia, ci sono un ragazzo, carino ma dotato di poco autocontrollo, e un professionista già affermato, un architetto: ambedue restano presi da lei. Le loro famiglie non sono di B.A., e non solo perché sono d'origine italiana: i loro nonni arrivano dalla cittadina gallega che ha dato i natali a un famoso rivoluzionario. Carlotta, reduce da una storia d'amore finita male, si diverte a incontrare qualcuno capace di farla sentire di nuovo una ragazza piacevole e amata. Fino a che non si rende conto che può essere pericoloso, lasciarsi troppo andare: potrebbe voler dire dare a qualcuno dei diritti su di lei, che lei non riconosce a nessuno. 

sabato 20 giugno 2020

AMORE, DI COLPO - Laila Cresta per la Delos Digital


Una persecuzione che porta la morte; due giovani innocenti, col loro amore tenero e pulito, che rischiano la vita, e i loro padri, con altri due amici: quattro compagni di scuola, nel Centro Storico di Genova. Fra di loro, una donna. Una sola.



Per capire chi ha perseguitato suo padre fino alla morte, accusandolo di essere colui che ha imprigionato la donna che amava e che è la seconda mamma di Eddie, il ragazzo riesce a farsi accettare da Bonnie come restauratore nel negozio di famiglia: lei è la figlia di uno dei soci di suo padre nella ditta di antichità Bella Zena, import-export oggetti d’arte. Erano tutti amici, cresciuti insieme nel Centro Storico di Genova: andavano a scuola insieme nella più antica scuola della città. 
Dei tre soci, il padre della ragazza è il candidato migliore al ruolo di persecutore, perché è stato il primo marito della donna, e quindi potrebbe ben dire che lei era sua, e che il socio GB gli e l’ha presa. GB è il padre di Eddie; Malcom Ferrari, il padrone di La Lanterna d’Oro, antico e prestigioso negozio di antiquario, è il padre di Bonnie. Però, Eddie s’innamora di lei, di colpo, di un amore passionale e appassionato. Solo, che l’amore può far girare la testa anche a persone più adulte di loro. 


Recensione della dott.sa Antonella Grimaldi, italianista

Non appena leggiamo il titolo di questo romanzo, subito ci pare di immergerci nella città stretta e fiera che orla divinamente il Golfo che da lei prende il nome: Genova che -con il suo groviglio di carruggi e piazzette, l'elencarsi dei palazzi signorili, i colori, i profumi delle friggitorie e dei forni, i dialetti e le lingue straniere che vi risuonano, l'umidità tanto resiliente al sole- è stata cara a poeti come Montale e Caproni, e ha impreziosito con le sue atmosfere le opere di autori di tutto rilievo come Morchio e Maggiani.

Scrive infatti l'Autrice:

Era una giornata luminosa: ariosa persino, nonostante la gelosia che i vicoli della città hanno di sé e della loro vita più segreta. Nei caroggi del Centro Storico di Genova, saettavano improvvise lame di luce che mettevano in fuga i ratti da angiporto, indipendentemente dal numero delle loro zampe, e creavano nell’aria un pulviscolo dorato che trasformava i vicoli in ambienti carichi di magia”.

 Insomma, la storia raccontata da Laila Cresta è ambientata negli stessi carruggi cantati da Fabrizio De André, il quale ci ha parlato della sua Genova come di una città, che, proprio perché aperta al mondo, è divenuta quasi un mondo a sé, pullulante di avventurieri, gente alla ricerca di fortuna, vagabondi, tipi strani e perduti per sempre.

Tuttavia, la Cresta, con lo stile nitido di scrittrice consumata, ci ha regalato una storia d'amore tenera e al tempo stesso travolgente. È la vicenda di due giovani, Bonnie ed Eddie, che innamorandosi di colpo, in un secondo che coincide con l'eternità, vengono a trovarsi in mezzo a un'intricata vicenda di passione e  vendetta, arrivando perfino a rischiare la loro vita. Ma è anche la storia di Malcom Ferrari e Gioia Lilia, i genitori di Bonnie che, dopo essersi lasciati per dieci anni, si ritrovano di nuovo, più innamorati di prima; nel mezzo una torbida vicenda di rancore con al centro Lilia, la donna che è stata moglie sia di Malcom che di GB, l'amore di gioventù di Nino. Tre amici, una sola donna amata e contesa.

Il ritmo della narrazione, assolutamente appropriato alla trama, ci accompagna magistralmente dalla prima all'ultima pagina per narrarci una storia d'amore e di odio, di amicizia e malevolenza, su cui splende l'amore puro e incontaminato dei due giovani protagonisti.

 

                                                                            Dott.sa Antonella Grimaldi

 

 

 

 

 





mercoledì 20 maggio 2020

AMOUR FIN DE SIECLE: e la caccia ai delfini in Liguria



Nel mondo fin de siècle, un amore sul mare immune da ogni pregiudizio, proiettato verso un mondo più libero e più giusto, ignaro delle ombre che si addensano nel cielo del XX secolo.

Nel 1894 il mondo è in bilico fra il passato e il futuro: l’elettricità è all'inizio, le barche impiegano i motori riadattati delle prime auto. Alla fine del suo ultimo anno di scuola, Baciccia Traverso, in attesa del suo primo imbarco, è in vacanza in riviera da un amico, fra belle bagnanti straniere che si spera “la diano”, e barchi in processione sul mare. 
Una piccola “ninfa del mare” lo affascina e lui, del tutto incapace di pensare a quanto possano essere considerati socialmente distanti il figlio di un deputato (del primo Partito Socialista) e una ragazzina senza scarpe e senza busto, vive il loro amore con una passione che si approfondisce con l’incidente che colpisce la fanciulla, finché lui s’imbarca e la nave che lo trasporta incappa in un fortunale. Passano i giorni, e i mesi, senza che di lui si sappia più nulla. Prima di partire, però, Baciccia aveva dato modo a Stellina di diventare la stilista che sognava di essere, e che aveva la capacità di diventare. “Non sarà mai libero chi non lavora, neanche le donne”, dice il padre deputato, che era partito da Quarto con Garibaldi e i suoi Mille, a 17 anni.

Una storia di amore profondo e di passione accesa, eppure singolarmente pulita, come forse non usa più. G. B. Traverso (Baciccia), genovese DOC, è un ragazzo passionale, profondamente onesto, come i suoi genitori. Stellina è una ragazzina di Sestri Levante, che conta sulla gentilezza dei pescatori per avere almeno un pesce per la nonna. Ha la gonnella troppo corta, un dura "suola" sotto i piedi scalzi che può anche essere più fragile di quanto non sembri, non ha il busto, ma è intelligente: appassionata di disegno e di moda, esercita la propria creatività sul lastrico della strada, con un pezzo di mattone. Eppure potrebbe essere una grande stilista: e lo diventa. Non è felice, però, perché il suo Bacci si è perduto in mare.  E non avevano ancora mai fatto l'amore.

QUANDO A SESTRI LEVANTE SMISERO DI DARE LA CACCIA AI DELFINI,                                    NELL' OTTOCENTO (DAL ROMANZO)                                                                           

Bacci e Steva si crogiolavano nell'acqua come due delfini, quegli strani pesci dalla coda orizzontale che da qualche tempo i pescatori di Sestri non volevano più cacciare, dopo che un i cucciolo aveva pianto tanto e aveva finito per spiaggiarsi, andando dietro alla madre che era stata catturata. 

Come si poteva uccidere un pesce che piangeva e che seguiva sua madre? Baciccia pensava che, per quella gente dalla vita dura e al limite della sussistenza, smettere di cacciare i delfini fosse stato un atto bellissimo. Che avessero ragione, quelli che dicevano che quegli animali non fossero affatto dei pesci?


UN AMOUR FIN DE  SIÈCLE 

La recensione della dott.sa Giuseppina Lucia CAPODICI       (linguista)

Se nel titolo non ci fosse una data, 1894, non saprei di che secolo si tratti.. Per fortuna c'è la data e ci sono chiari riferimenti a Garibaldi, all'impresa dei Mille, a Mazzini e a Mameli. E che dire del ballo di fine anno tra gli studenti del prestigioso e storico Liceo Colombo, con “esterni” del Nautico S. Giorgio, altrettanto prestigioso, e le ragazze del Collegio religioso del Sacro Cuore ?

Perché questo “dubbio” ? Perché i sentimenti vissuti vanno al di là del tempo e dei tempi. Perché l'amore vero, quello di Stellina e di Bacci, rispettoso e sincero, è una carta vincente sempre ed è una vera fortuna vivere un'esperienza così.

Naturalmente ci sono la dolcezza, quella di Suor Maria, faro di bontà assoluta, le esperienze di ragazzi e ragazze che danno l'addio all'infanzia,  che pensano alle donne, ai ragazzi, ai futuri mariti, al sesso e al lavoro, ma  anche l'invidia e la cattiveria: fa parte del gioco.

Tutto questo accade in questo romanzo incastonato nella bella e fascinosa Sestri Levante, tra il cielo e il mare.

Il mare è un altro dei personaggi principali. Un mare che dà gioia , ma anche lavoro, e che sa dare anche disgrazie e talvolta morte.

Affascinante l'uso del dialetto genovese, con i suoi suoni che sanno anche di luoghi lontani d'oltremare.

Affascinante anche l'uso dei colori: il cielo, il mare, le nuvole sono azzurri, blu, neri. I colori vivono le esperienze dei personaggi. Al lettore il simpatico compito di trovarli, o comunque di notarli durante la lettura, per apprezzarne i significati.

Ottime  e accurate le notizie storiche riguardanti il vecchio Liceo Colombo, ma anche gli ambienti sociali sia di Genova che di Sestri, che l'autrice dimostra di conoscere molto bene.

In definitiva, calati in questi mondi, si capisce subito che l'amore fin de siècle è vincente, ma quante e quali sono le esperienze di vita che ogni personaggio dovrà attraversare e vivere !

Ma non è sempre tutto scontato, ovvio, e sta al lettore scoprire come tutto ciò si svolgerà, e arriverà alla fine con il fiato sospeso, anche perché egli stesso sarà diventato, suo malgrado, uno dei personaggi.

 

Dott. sa Giuseppina Lucia Capodici, linguista

 

 La Recensione della dott.sa Antonella GRIMALDI (italianista e scrittrice)

            Genova e Sestri Levante, i due luoghi della Liguria che hanno visto lo spiegarsi dell'esistenza di questa prolifica scrittrice, appaiono essere con la loro storia e la loro lingua viva, i veri protagonisti di questo romanzo breve, nel quale le vicende erotico-sentimentali di Baciccia e Steva fungono da pretesto per raccontare, ancora una volta, la Liguria con i suoi bricchi e le sue valli, con i suoi scogli e i paesini pittoreschi, con la sua gente di mare. Scrive infatti l'Autrice:

“Baciccia pensò che gli sarebbe piaciuto fare una gita ai bellissimi paesotti costieri che sfilavano davanti a loro, incastonati fra le cittadine più grandi come pietre preziose in una collana: non conosceva neanche i loro nomi, ma sapeva che alcuni di essi potevano essere raggiunti solo via mare, o a piedi, scendendo giù per quei bricchi scoscesi che erano le alture liguri. Pensò che quei paesi sembrassero dei quadri e che, probabilmente, erano più belli dal mare che a esserci dentro.”

         Scorrendo le pagine del romanzo, ciò che più ci colpisce è l'uso sapiente del dialetto. La Cresta, grazie alla sua lunga e significativa esperienza, anziché affermare la contrapposizione tra italiano e ligure, introduce nel suo racconto le numerose sfumature e varianti del dialetto ligure, realizzando così alcuni pregevoli passaggi dal parlato alla lingua, e oscillando opportunamente a seconda dei momenti espressivi, dell'età dei parlanti e della loro estrazione sociale. Ed è proprio quest'ultimo aspetto che ci permette di mettere in luce la sua intenzione di dar voce  a storie e personaggi della realtà popolare.

         Il dialetto, rappresenta quindi l'adesione letteraria di Laila Cresta alla realtà, la volontà di conferire maggiore espressività, sia alla narrazione, sia ai dialoghi, e approdare in tal modo al vivace e originale miscuglio di lingua e dialetto che tanta fortuna ha dato all'opera di Andrea Camilleri. Così, vediamo che, pur essendo il genovese un linguaggio elegante, elaborato lungo i secoli attraverso una tradizione letteraria di assoluta importanza, in questo romanzo viene a sciogliersi con una naturalezza e un'immediatezza espressiva di tutto rilievo: 

CoSe ti rii, scemmo! L’è un brutto mâ, da rovinase pe a vitta!

In questo senso, la figura di Stellina, l'amore di Baciccia, che saltava agile tra gli scogli e teneva la gonnella raccolta con le mani per mettervi le gritte e i rissi trovati tra gli scogli, e che, nello stesso tempo, era capace di richiamare alla mente del ragazzo i versi dei Canti Orfici, “la sua natura sta nella riservatezza e nello stupore che genera negli uomini ciò che è immacolato e silenzioso...”- risulta essere l'immagine più compiuta della scelta letteraria della Cresta che si muove con disinvoltura tra l'italiano colto e “pulito” e il dialetto ligure vivo e “sporco”. Infatti, se da un lato, la visione di questa ninfa plebea sollecita le reminiscenze poetiche di Baciccia, ragazzo benestante e acculturato, figlio di un deputato ex garibaldino, dall'altro tocca il cuore di un vecchio pescatore, che, vedendola, esclama:

“Che bélla piccinn-a! A pà in craieu!

 Dunque, la sensibilità romantica di Laila Cresta si dimostra in questo scritto nell'attenzione alla vita e al linguaggio del popolo, come pure  nell'intreccio narrativo riguardante la storia d'amore tra Baciccia e Stellina, per il quale non si può che rimandare alla lettura diretta di questo gradevolissimo romanzo.

                                                                                                                  Antonella Grimaldi




domenica 29 marzo 2020

IL VALORE DI UNA DONNA- COMUNICATO STAMPA DELOS DIGITAL


COMUNICATO STAMPA - NOVITÀ EBOOK

Il valore di una donna

di Laila Cresta

Romance - Romanzo breve

Un delitto che dà l'avvio alla storia di un grande amore. Fra banditi e assassini, per sfuggire a un destino di sofferenza e di morte, la fuga di una bella ragazza siciliana verso la Repubblica di Genova, e verso l'amore. Nel XVI secolo.

Da Palermo alla Repubblica di Genova, nel XVI secolo, in una città piccola ma già Superba, per sfuggire a un destino peggiore della morte. Una ragazzina, Antonia Belmonte di Sicilia, promessa a Giorgio Picasso, figlio di un ricco mercante genovese, si ritrova in un palazzo "nobile" appena oltre la Porta di Santa Fede, in una piccola città tutta raccolta attorno alla darsena, all'ombra della Lanterna. La sua storia, piena di pericoli e di passione, si dipana fra belle donne in odor di stregoneria, e donàsse, donne di malaffare, fra banditi e assassini, fra "giri di chiglia" e il ricordo di Francis Drake. Spesso, la scena si sposta a Palermo, illuminando di sciabolate di luce fredda e sanguigna una realtà che i due promessi non conoscono, e che li minaccia prepotentemente. Fra vecchie storie di famiglia ancora in grado di uccidere.

L'autrice

Laila Cresta è di Genova e ama aggirarsi, con le sue trame, sul mare e nei luoghi della sua Liguria. Ha insegnato per 42 anni, abbinando però sempre la scrittura, specie poetica, al lavoro: il suo primo romanzo, un noir, è del 2011, e oggi è reperibile in poche copie presso l'autrice. Da quando si è ritirata, la scrittura è la sua unica occupazione. Ha vinto diversi concorsi di poesia ed è specialista di haiku: se n'è occupata per anni sulla Writers Magazine Italia, ha pubblicato due saggi sull'argomento (fra cui Mondo Haiku, Delos Digital) e anche una silloge, Watashi no haikai (il mio haikai: la mia silloge di haiku, youcanprint). È autrice di saggi sulla grammatica italiana: La Grammatica fondamentale, per gli adulti, e La Nebulosa Grammatica, per i bambini, entrambi Delos Digital. Una corsa a ostacoli  Disagio e Inserimento nel mondo della Scuola, il canneto editore, è un saggio sull'educazione.
Nel 2019 ha pubblicato il romanzo Lo zio d'America (Antipodes Edizioni) e nel 2018 il giallo Una sconvolgente estate: nel mar delle Cicladi, sempre per la Antipodes. Altri suoi romanzi si trovano su Amazon. Da otto anni organizza il Concorso Internazionale di Poesia Occ. e Haiku, di Genova, di cui ha pubblicato sette antologie.


Pagine (stimate): 99
Data di uscita: 24/03/2020
Editore: Delos Digital
Collana: Passioni Romantiche n. 83
Formati: Epub, Kindle
Prezzo: Euro 2.99

Tutte le informazioni: http://delos.digital/9788825411737/il-valore-di-una-donna
Su Amazon: http://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss?url=search-alias%3Ddigital-text&field-keywords=9

sabato 28 marzo 2020

IL VALORE DI UNA DONNA - Laila Cresta, romanzo- Delos Digital


Nel XVI secolo, dalla Repubblica di Genova alla Sicilia, e ritorno, per conoscere la promessa sposa, approfittandone (da bravi Genovesi) anche per sbrigare alcuni affari a Cadice. Un assassino però sembra voler fare il vuoto attorno ai Marchesi Belmonte di Sicilia, e alla loro ultima erede, e il giovane Picasso, figlio di uno dei più ricchi mercanti genovesi, deve difendere sé stesso e la sua fidanzata, che non conosce affatto. La galea ha portato i suoi passeggeri da Genova a Palermo, poi a Cadice e poi di nuovo a Genova, cercando di sfuggire ai pirati, in questa città particolare, fra i camalli (i facchini del porto) e le case che di notte chiudevano i cancelli, nella zona della Maddalena, per proteggere delle donne le cui tasse contribuivano non poco al mantenimento del porto di Genova. Purtroppo per lei, però, Antonia Belmonte di Sicilia, giovanissima vedova, è assolutamente deprezzata: la sua verginità non esiste più. Che ribellione per quello che la ragazza vive come un affronto: lei è sempre lei! 
Pensare che quello che era successo fra Antonia e il cuginetto che le avevano fatto sposare, non era proprio niente di particolare, e le aveva fatto persino un po' male. Comunque, non c'era bisogno di ripetere quell'esperienza, pensava Antonia, finché non doveva far bambini. O no?

giovedì 12 marzo 2020

DALLA DOTT.SA GRIMALDI ANCORA SU "MIRANDA"


Laila Cresta, Per amare Miranda. Storia Rinascimentale di passione e gelosia (1483), Milano, Delos Digital, 2020

Il romanzo di Laila Cresta, Per amare Miranda, potrebbe sembrare un romanzo d'amore come tanti, quando, in realtà, si tratta di un'opera piuttosto complessa il cui intreccio risulta assai più ricco e complesso della fabula che l'Autrice ci narra con grande slancio, arrivando a comporre una vera  e propria sinfonia dell'amore sponsale. Tuttavia, la storia  d'amore tra Enrico Maria Alberti e Miranda Del Grotto, entrambi giovani, belli e virtuosi, ha la funzione di introdurci nell'ambiente colto, raffinato e  disinvolto della Corte Estense. Ciò appare in tutta la sua perspicuità, nel momento in cui la Cresta si diletta a intrattenerci nella descrizione della  cerimonia nuziale di Enrico e Miranda, o in quella di una festa primaverile, ove, ad allietare i partecipanti, vi erano persino dei candidi agnellini sparsi qua e là per il giardino, ma particolarmente nei rapidi ed efficaci accenni alle letture e agli studi dei personaggi del suo romanzo. E non è certo un caso, che l'apertura del romanzo si svolga proprio nello studio di Enrico, maestro nelle armi, certo, ma anche giovane colto e in confidenza con i classici latini. Proprio le caratteristiche di Enrico, valente cavaliere, leale e onesto, habitué dei letti delle dame più affascinanti e in vista, ma che porta nel profondo del cuore una passione profonda e tenace per Miranda, promessa sposa al cugino Alberto, ci guidano nella lettura di un romanzo cortese, nel cui centro campeggiano le figure dell'eroe e dell'amata, talmente “pura” da non avere il senso del peccato. L'amore di Enrico e Miranda, che illumina l'intera vicenda, da un lato primeggia su tutto, dall'altro svolge la funzione di esaltare tutti gli altri elementi propri del romanzo cortese: il senso dell'avventura e dell'onore, la fedeltà al sovrano, elementi che, in questo caso, si accompagnano alla celebrazione della corte estense, uno dei principali centri della cultura umanistica, in cui, tra l'altro, si apprezzavano molto i temi e i personaggi dei romanzi cortesi.

Per tutto questo, Matteo Maria Boiardo, amico di Enrico e sincero estimatore della purezza di Miranda, appare quasi essere il vero protagonista del romanzo, sia per taluni fatti biografici sparsi nel romanzo con sapiente noncuranza dall'Autrice -mi riferisco al veneficio e alle esondazione del fiume-, sia per la sua attività poetica che culminò con l'Amorum libri tres e l'Orlando innamorato. Nella prima, Boiardo parla della gioia e del dolore, dell'avvilimento e dell'elevazione spirituale che sempre vanno insieme all'amore; nel poema dell'Orlando innamorato, invece, cercando di interpretare con  sensibilità umanistica i valori e gli ideali della civiltà feudale, oramai tramontata, arrivò a cantare un amore al di là del tempo. Così, l'amore di Miranda ed Enrico, i loro sospiri, i loro dubbi, la loro passione sembrano venuti fuori dalla penna del Boiardo che, seduto nello studio tra i suoi libri e guardando dalla finestra le dolci linee del paesaggio di Scandiano, concepì la storia di due ragazzini innamorati, che si erano vicendevolmente aspettati per vivere un amore esclusivo e totalizzante e, poi, vide una ragazza viva, pulita, libera. Vide Miranda, l'anima della storia che aveva in mente, e le donò una personalità ben definita e varia: tenera e appassionata, dolce  e seducente, forte e determinata. Soprattutto, libera come l'aria. Per questo, l'amore che Miranda suscita in Enrico non è affatto un amore contemplativo, bensì potente e disperato. È un amore immenso che, obbedendo solo a sé stesso, lo fa perdere e lo conduce a pronunciare sospirando i versi scritti dall'amico poeta per la bella Antonia Caprara Sola non cura il mio tristo languire,/ e sola il mio può curar; che solo a lei / il mio viver è in mano e il mio morire.

Miranda, così lontana dall' “angelo” del dolce Stilnovo o dalla Laura del Petrarca, è sì una donna moderna, ma al tempo stesso è la custode dell'enorme mistero dell'innocenza che, forse, per la poetessa Laila Cresta coincide con la bellezza della poesia:

“Quando Enrico arrivò trovò la moglie vicino ai Boiardo. Aveva lo sguardo sognante, e le labbra socchiuse. Sembrava una bimba incantata da una fiaba. La sua Miranda! Pareva così innocente, in quel momento... ma cos'era mai l'innocenza, si chiese Enrico, se una donna poteva avere l'aria innocente anche dopo essersi abbandonata a mille giochi d'amore?”

Concludo, raccomandando la lettura di questo romanzo, piacevole e cospicuo dal punto di vista dei contenuti, e invito il lettore a godere pienamente dell'eleganza stilistica di quest'Autrice che ci ha donato un altro dei suoi lavori di fine cesello letterario.
Antonella Grimaldi

giovedì 27 febbraio 2020

COMUNICATO STAMPA - NOVITÀ EBOOK Per amare Miranda di Laila Cresta Romance - Romanzo breve


COMUNICATO STAMPA - NOVITÀ EBOOK





Per amare Miranda



di Laila Cresta



Romance - Romanzo breve


A Ferrara nel 1483, una storia Rinascimentale di passione e gelosia alla Corte Estense.

Fra Medioevo ed Età Moderna, una storia di passione e di gelosia che rischia di distruggere l'amore. Lei e lui, Miranda Del Grotto ed Enrico Maria Alberti, sono personaggi davvero pieni di fisime medievali, ma anche sorprendentemente moderni. A Ferrara nel 1483, in una Corte di armi e di eroi, di amanti e di letterati, le ragazzine sono destinate al matrimonio per ragioni di interesse dinastico. A loro si consiglia di arrivare alla Corte Estense già senza vestito, se non vogliono stropicciarlo

L'autrice

Laila Cresta è di Genova e ama aggirarsi, con le sue trame, sul mare e nei luoghi della sua Liguria. Ha insegnato per 42 anni, abbinando però sempre la scrittura, specie poetica, al lavoro. Il suo primo romanzo, un noir del 2011, è oggi reperibile in poche copie presso l'autrice. Da quando si è ritirata, la scrittura è la sua unica occupazione. Ha vinto diversi concorsi di poesia ed è specialista di haiku: se n'è occupata per anni sulla rivista Writers Magazine Italia, ha pubblicato due saggi sull'argomento (fra cui Mondo Haiku, Delos Digital) e anche una silloge, Watashi no haikai (il mio haikai: la mia silloge di haiku, youcanprint). È autrice di saggi sulla grammatica italiana: La Grammatica fondamentale, per gli adulti, e La Nebulosa Grammatica, per i bambini, Delos Digital. Invece, Una corsa a ostacoli  Disagio e Inserimento nel mondo della Scuola, Il canneto editore, è un saggio sull'educazione. Nel 2019 ha pubblicato il romanzo Lo zio d'America (Antipodes Edizioni) e nel 2018 il giallo Una sconvolgente estate: nel mar delle Cicladi, sempre per la Antipodes. Altri suoi romanzi si trovano su Amazon. Da otto anni organizza il Concorso Internazionale di Poesia Occ. e Haiku di Genova, di cui ha pubblicato sette antologie.


Pagine (stimate): 103
Data di uscita: 25/02/2020
Editore: Delos Digital
Collana: Passioni Romantiche n. 81
Formati: Epub, Kindle
Prezzo: Euro 2.99

Tutte le informazioni: http://delos.digital/9788825411386/per-amare-miranda
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venerdì 14 febbraio 2020

PER AMARE MIRANDA - nel 1483, alla corte estense...


Una Corte di armi e di eroi, di amanti e di letterati: alla Corte di Ercole I d’Este, a Ferrara nel 1483, le ragazzine sono destinate al matrimonio per ragioni di interesse dinastico, ma studiano persino le gentildonne. Sono quelle stesse gentildonne cui si consiglia di arrivare alla Corte Estense già senza vestito, se non vogliono stropicciarlo.
Fra Medioevo ed Età Moderna, una storia di passione e di gelosia che rischia di distruggere l’amore.
Lei e lui, Miranda Del Grotto ed Enrico Maria Alberti, sono personaggi davvero pieni di fisime medievali (specialmente lui!), ma anche sorprendentemente moderni (specialmente lei!). Usi, costumi, abbigliamento e persino l'arredamento, sono propri dell'epoca: 1483, l'anno in cui Matteo Maria Boiardo, amico del vecchio conte Alberti e insegnante di Enrico, fu nominato Governatore di Reggio.
IO E MIRANDA 
della dott.sa Giuseppina Lucia Capodici

Sin da quando si apre la prima pagina si entra un mondo straordinario e favoloso. Si è proiettati nel XV secolo (1483), nelle corti rinascimentali: alla corte degli Estensi, amici e protettori del Boiardo. Tale è la cura dei particolari architettonici, paesaggistici, dell’arredamento, dei cibi, che si ha l’impressione di sederci anche noi su quelle poltrone, di dormire in quei letti, di mangiare quei cibi tipici dell’epoca, di cavalcare in quei boschi.
L’ambientazione è tale che chi legge diventa uno dei personaggi, e si muove insieme a quelli della trama del romanzo. Personaggi ben delineati e personalizzati, sia quelli positivi, amanti e cultori delle arti, sia quelli ricchi, prepotenti, attorniati da ceffi senza scrupoli, anche se pur fra di loro per qualcuno vige un certo senso dell’onore. E che dire delle figure femminili? Ci sono donne schiave di quel tipo di società, ma anche, per fortuna, giovani donne che vogliono e sanno essere uguali, se non migliori, degli uomini, come Miranda Del Grotto, e anche chi, come Mira, di fronte a tutti è la domestica perfetta, ma nella sua vita privata è padrona della propria vita... Naturalmente, grazie all’affetto che ha per lei Miranda: sono cresciute insieme, senza mamma, e ognuna di loro, da bambina, poteva contare solo sull’altra.
Miranda è una ragazza che ha studiato, che legge l’Eneide in latino, e che sa anche gestire perfettamente un feudo, come un uomo o come una donna moderna. Miranda ha diritto di amare e di essere amata con amore e rispetto, ma dovrà affrontare alcune vicissitudini, anche tragiche. Al lettore toccherà scoprire quali sono queste vicissitudini, e come riusciranno i nostri eroi a realizzare i loro obiettivi. Qualcuno sarà vittima dei valori comuni sociali del tempo, e qualcuno saprà amare e vivere in modo rispettoso dell’altro e con intelligenza.
Ma per scoprire che cosa succede, l’unica soluzione per il lettore è quella di continuare a rimanere dentro al romanzo e vivere il proprio ruolo come in un film.


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