QUANDO A SESTRI LEVANTE SMISERO DI DARE LA CACCIA AI DELFINI, NELL' OTTOCENTO (DAL ROMANZO)
Bacci e Steva si crogiolavano nell'acqua come due delfini, quegli strani pesci dalla coda orizzontale che da qualche tempo i pescatori di Sestri non volevano più cacciare, dopo che un i cucciolo aveva pianto tanto e aveva finito per spiaggiarsi, andando dietro alla madre che era stata catturata.
Come si poteva uccidere un pesce che piangeva e che seguiva sua madre? Baciccia pensava che, per quella gente dalla vita dura e al limite della sussistenza, smettere di cacciare i delfini fosse stato un atto bellissimo. Che avessero ragione, quelli che dicevano che quegli animali non fossero affatto dei pesci?
UN AMOUR FIN DE SIÈCLE
La recensione della dott.sa Giuseppina Lucia CAPODICI (linguista)
Se nel titolo non ci fosse una data, 1894, non saprei di che secolo si tratti.. Per fortuna c'è la data e ci sono chiari riferimenti a Garibaldi, all'impresa dei Mille, a Mazzini e a Mameli. E che dire del ballo di fine anno tra gli studenti del prestigioso e storico Liceo Colombo, con “esterni” del Nautico S. Giorgio, altrettanto prestigioso, e le ragazze del Collegio religioso del Sacro Cuore ?
Perché questo “dubbio” ? Perché i
sentimenti vissuti vanno al di là del tempo e dei tempi. Perché l'amore vero,
quello di Stellina e di Bacci, rispettoso e sincero, è una carta vincente
sempre ed è una vera fortuna vivere un'esperienza così.
Naturalmente ci sono la dolcezza, quella
di Suor Maria, faro di bontà assoluta, le esperienze di ragazzi e ragazze che
danno l'addio all'infanzia, che pensano
alle donne, ai ragazzi, ai futuri mariti, al sesso e al lavoro, ma anche l'invidia e la cattiveria: fa parte del
gioco.
Tutto questo accade in questo romanzo
incastonato nella bella e fascinosa Sestri Levante, tra il cielo e il mare.
Il mare è un altro dei personaggi
principali. Un mare che dà gioia , ma anche lavoro, e che sa dare anche
disgrazie e talvolta morte.
Affascinante l'uso del dialetto genovese,
con i suoi suoni che sanno anche di luoghi lontani d'oltremare.
Affascinante anche l'uso dei colori: il
cielo, il mare, le nuvole sono azzurri, blu, neri. I colori vivono le
esperienze dei personaggi. Al lettore il simpatico compito di trovarli, o
comunque di notarli durante la lettura, per apprezzarne i significati.
Ottime
e accurate le notizie storiche riguardanti il vecchio Liceo Colombo, ma
anche gli ambienti sociali sia di Genova che di Sestri, che l'autrice dimostra
di conoscere molto bene.
In definitiva, calati in questi mondi, si
capisce subito che l'amore fin de siècle è vincente, ma quante e quali
sono le esperienze di vita che ogni personaggio dovrà attraversare e vivere !
Ma non è sempre tutto scontato, ovvio, e
sta al lettore scoprire come tutto ciò si svolgerà, e arriverà alla fine con il
fiato sospeso, anche perché egli stesso sarà diventato, suo malgrado, uno dei
personaggi.
Dott. sa Giuseppina Lucia Capodici, linguista
Genova e Sestri Levante, i due luoghi della Liguria che hanno visto lo spiegarsi dell'esistenza di questa prolifica scrittrice, appaiono essere con la loro storia e la loro lingua viva, i veri protagonisti di questo romanzo breve, nel quale le vicende erotico-sentimentali di Baciccia e Steva fungono da pretesto per raccontare, ancora una volta, la Liguria con i suoi bricchi e le sue valli, con i suoi scogli e i paesini pittoreschi, con la sua gente di mare. Scrive infatti l'Autrice:
“Baciccia pensò che gli sarebbe piaciuto fare una gita ai bellissimi paesotti costieri che sfilavano davanti a loro, incastonati fra le cittadine più grandi come pietre preziose in una collana: non conosceva neanche i loro nomi, ma sapeva che alcuni di essi potevano essere raggiunti solo via mare, o a piedi, scendendo giù per quei bricchi scoscesi che erano le alture liguri. Pensò che quei paesi sembrassero dei quadri e che, probabilmente, erano più belli dal mare che a esserci dentro.”
Scorrendo le pagine del romanzo, ciò che più ci colpisce è
l'uso sapiente del dialetto. La Cresta, grazie alla sua lunga e significativa
esperienza, anziché affermare la contrapposizione tra italiano e ligure,
introduce nel suo racconto le numerose sfumature e varianti del dialetto
ligure, realizzando così alcuni pregevoli passaggi dal parlato alla lingua, e
oscillando opportunamente a seconda dei momenti espressivi, dell'età dei
parlanti e della loro estrazione sociale. Ed è proprio quest'ultimo aspetto che
ci permette di mettere in luce la sua intenzione di dar voce a storie e personaggi della realtà popolare.
Il dialetto, rappresenta quindi l'adesione letteraria di Laila Cresta alla realtà, la volontà di conferire maggiore espressività, sia alla narrazione, sia ai dialoghi, e approdare in tal modo al vivace e originale miscuglio di lingua e dialetto che tanta fortuna ha dato all'opera di Andrea Camilleri. Così, vediamo che, pur essendo il genovese un linguaggio elegante, elaborato lungo i secoli attraverso una tradizione letteraria di assoluta importanza, in questo romanzo viene a sciogliersi con una naturalezza e un'immediatezza espressiva di tutto rilievo:
CoSe ti rii,
scemmo!
L’è un brutto mâ, da rovinase pe a vitta!
In questo senso, la figura di Stellina, l'amore di Baciccia, che saltava agile tra gli scogli e teneva la gonnella raccolta con le mani per mettervi le gritte e i rissi trovati tra gli scogli, e che, nello stesso tempo, era capace di richiamare alla mente del ragazzo i versi dei Canti Orfici, “la sua natura sta nella riservatezza e nello stupore che genera negli uomini ciò che è immacolato e silenzioso...”- risulta essere l'immagine più compiuta della scelta letteraria della Cresta che si muove con disinvoltura tra l'italiano colto e “pulito” e il dialetto ligure vivo e “sporco”. Infatti, se da un lato, la visione di questa ninfa plebea sollecita le reminiscenze poetiche di Baciccia, ragazzo benestante e acculturato, figlio di un deputato ex garibaldino, dall'altro tocca il cuore di un vecchio pescatore, che, vedendola, esclama:
“Che bélla piccinn-a! A pà in craieu!
Dunque, la sensibilità romantica di Laila Cresta si dimostra in questo scritto nell'attenzione alla vita e al linguaggio del popolo, come pure nell'intreccio narrativo riguardante la storia d'amore tra Baciccia e Stellina, per il quale non si può che rimandare alla lettura diretta di questo gradevolissimo romanzo.
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