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sabato 3 febbraio 2018

L'ALBERGO DEL RAGNO- un noir fra i carruggi- CON LA RECENS DI NERIA DE GIOVANNI, PRESIDENTE DELL'A.I.C.L.

luglio 2019: ESCE L'E-BOOK- su Amazon

Un noir che è anche un omaggio a Genova. E ai Genovesi.
(ordinabile alla Sacco Editore in qualsiasi libreria: magari sollecitandolo a metterlo su  Amazon!).
Da “Writers Magazine Italia”, Delos Books: Letti per voi

L’ALBERGO DEL RAGNO
di Laila Cresta
Arduino Sacco Editore
pag. 210, euro 19.90
Roma (2014)
SU AMAZON IN E-BOOK

In una recente conferenza romana Maurizio de Giovanni, il famoso inventore dell’altrettanto famoso commissario Ricciardi, ha ricordato come a differenza dei “giallisti” del Nord Europa, senza sostanziali differenze tra svedesi, norvegesi, olandesi, ecc., gli autori noir italiani hanno una loro specificità non soltanto regionale ma addirittura cittadina. E’ certo che il commissario Montalbano del caposcuola Camilleri è indissolubilmente legato alla sua Contea Modicana, così come il già citato Ricciardi può agire soltanto a Napoli e così via discorrendo… Direi che con Laila Cresta Genova abbia trovato la penna che ne esalta i contorni culturali e paesaggistici grazie alla narrativa noir.
Genova è più di un luogo scelto dalla Cresta per ambientare la sua storia.
Infatti la vicenda de “L’albergo del ragno” (Arduino Sacco editore) ha potuto svilupparsi soltanto a ridosso del Porto Antico, tra i carruggi, nelle strade tra il centro storico e Boccadasse, tutti scenari ben noti all’autrice che a Genova è nata, vive e lavora.

Un giallo “classico”, questo, con tanti cadaveri scoperti dai protagonisti: Genny, la bella insegnante genovese, poi francese per matrimonio; suo figlio Robert e l’amico Albert, agente sottoposto al commissario francese Draguignan detto Drago, già amico del defunto marito di Genny e adesso, nel tempo del racconto, intimo della donna. E sì, molti i personaggi che si incontrano ne “l’Albergo del
Ragno” e, come conviene a un giallo, le loro vicende, soprattutto il loro passato, intriga il lettore e lo confonde, lo fa allontanare sempre più da una soluzione che invece apparirà fin troppo lineare soltanto alla conclusione del libro.
La scrittura di Laila Cresta è una scrittura colta a sfatare, il pregiudizio che gli scrittori di noir siano per palati semplici. Citazioni raffinate, libri, musiche, e poi tanta arte, sculture, pitture, architetture come il castelletto del “romano” Coppedè che la Cresta descrive edificato vicino alla piccola stazione.
E proprio il “ragno” del titolo compare come stemma all’ingresso della famosa piazza “gotica” dell’altrettanto famoso quartiere romano chiamato appunto Coppedè. Molte scene dialogate scontornano con perizia la psicologia interiore dei vari personaggi e, nelle pieghe del discorso, si insinua la lingua parlata, frasi in francese che caratterizzano il commissario, l’agente e puntualizzano il viaggio lampo a Parigi per indagini; poi il genovese che sboccia in bocca a molti personaggi incontrati dalla protagonista nella sua avventurosa estate tra Genova e Sestri Levante, genovese e francese utilizzati anche da Genny a sottolineare la sua avventura biografica tra Genova e Parigi.
È difficile recensire un romanzo giallo, non sai fin dove ti puoi spingere nel commento, attenta a non svelare troppo ma, insieme, fornendo indizi sufficienti per incuriosire il lettore. Così, l’albergo del ragno è una costruzione antica, dove l’aria fredda e umida, con un odore ferrigno, annuncia sempre delle morti, tante che passano la frontiera per farsi scoprire anche a Parigi. Donne belle e non più belle, misteriose e umili, uccise con vigliacca ferocia… E poi? E poi? Chi scoprirà il movente e
l’assassino?
L’albergo del ragno di Laila Cresta è “tanto”, tante morti, tante storie, tante passioni che forse potevano dare vita a più di un romanzo; è questo un concentrato di scrittura densa di intreccio, di dramatis personae. La nuova scuola dei giallisti italiani, da de Giovanni a Carlotto, a De Cataldo, sembra registra una predominanza maschile. Ma la Genova di Laila Cresta, attuale e vivissima a differenza della Genova seicentesca di “Pietra è il mio nome”, del “gabibbo” Lorenzo Beccati, dimostra come la penna femminile è a suo agio anche tra le storie noir. Forse, per capire meglio la Cresta, bisogna quindi guardare all’estero, alla catalana Petra Delicato e alla “capostipite” Agatha Christie.
Neria De Giovanni

Neria De Giovanni, nata in Liguria nella cittadina di Sestri Levante,
vive tra Roma ed Alghero. Presidente dell’A.I.C.L. (Associazione
Internazionale dei Critici Letterari) con sede a Parigi, è coordinatrice
per l’Italia della Rete Europea F.A.M. (Femme Art Mediterranée). Ha
pubblicato quasi una quarantina di volumi tra saggistica e prosa letteraria,
ottenendo numerosi riconoscimenti. è tra le massime esperte di
Grazia Deledda, a cui ha dedicato 12 volumi. Ideatrice e conduttrice
del prestigioso Premio Nazionale Alghero “Donna di Letteratura e
Giornalismo” che si consegna a Roma, presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri.

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