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venerdì 30 dicembre 2011

PARIS LA NUIT, de J. Prévert


Trois allumettes une à une allumées dans la nuit
La première pour voir ton visage tout entier
La seconde pour voir tes yeux
La dernière pour voir ta bouche
Et l'obscuritè tout entière pour me rappeler tout cela
En te serrant dans mes bras.
*  *  *  *  *  *  *  *  *  *
Tre fiammiferi uno dopo l'altro accesi nella notte
Il primo per vedere intero il tuo volto
il secondo per vedere i tuoi occhi
l'ultimo per vedere la tua bocca
e l'oscurità completa per ricordarmi queste immagini
Mentre ti stringo a me tra le mie braccia.

giovedì 29 dicembre 2011

VIVE LA FRANCE, ET VIVE LA JEUNESSE


Difficile dire cosa ha rappresentato la Francia per  la mia generazione, che pure era "beatlemaniaca". The Beatles, The Rolling Stones, The Rokes: musica amatissima, ma la lingua ci era ostica al punto di non renderci conto che anche cercare di capire le parole di "Imagine" era fare inglese. Col francese avevamo tutto un altro rapporto. Il francese era una lingua che cantava anche senza musica, tanto per cominciare. Era la lingua degli slogans che apparivano nei manifesti de "L'Académie des Beaux Arts". Era la lingua di Prévert e dei "trois allumettes", quelli famosi, accesi uno dopo l'altro. Era la lingua di Brassens e di "Margoton la jeune bergère". Era la lingua dei nostri primi sogni, la lingua del "Maggio" che per noi voleva soprattutto dire crescere, e affrancarci dall'autorità dei genitori. Insomma, sono una francesista come De André, probabilmente per lo stesso motivo per cui lo era lui, e forse lo sono anche come il Gino Paoli di "Parigi dalle gambe aperte": Parigi e il francese sono la mia giovinezza, e un sogno di libertà. E questo concetto è molto chiaro, in POVERA PICCOLA, romanzo di tre generazioni: quella del "Maggio", quella dei figli dei ragazzi di allora, e quella dei loro genitori, divisi fra scelte opposte, con Petein o coi maquis. Idealizzate, ognuna di loro, sì. Forse, il mio è un saluto affettuoso, e un andare oltre.

domenica 25 dicembre 2011

LA "MÈRE SAGETTE", PROFESSIONE STREGA?

La "mère Sagette" è la levatrice che aiuta a nascere i gemelli protagonisti del romanzo di George Sand "La petite Fadette", ma la "mère Sagette" era anche colei che "sbarazzava" le fanciulle e le signore del "frutto della colpa", quella che conosceva i segreti delle erbe (e se ne serviva secondo i dettami della propria moralità): insomma, era la donna che aiutava a nascere e a morire, un po' come la "Balia Sebastiana" de "Il Visconte Dimezzato" di Italo Calvino, che però si occupava anche dell'iniziazione sessule di quelli del Castello perché lavorava per loro. Fattucchiere, certo, ma fu grazie alle loro conoscenze se nel Medioevo le donne dei contadini morivano di parto meno delle nobili ... anche perché esse usavano lavarsi le mani, prima di accudirle.
In POVERA PICCOLA, la "nostra" mère Sagette, Francine Delorme, è un'erede di questo antico personaggio: in gioventù. oltre che meritevole di una medaglia per la sua attività di staffetta dei maquis durante la guerra, è stata levatrice, curatrice, e persino "creatrice di angeli" (è una definizione di Maupassant). Quest'ultimo "lavoro", intendiamoci, non le piaceva per niente, perché la Sagette amava farli nascere, i bambini, ed era felice che nessuna donna, ai giorni nostri, avesse davvero bisogno di lei: in Francia come in Italia c'è molto meno miseria e ignoranza di un tempo, e più medici e ospedali. Quando la chiamano per questo tristo affare,  è furiosa, e preccupata. Ora, Francine vorrebbe solo quietare, seduta sulla sua panchina, guardando crescere i bambini e le bambine, pronta a raccontare fiabe, ad asciugare le lacrime, a curare le ginocchia sbucciate... Beh, crescere fino a un certo punto: è una sorta di "protofemminista", e i maschi le piacciono solo da piccoli, "inutili" come sono che "chi li salva è solo la fame delle ragazze".  (Parole sue).
Abbandonata sul greto, piccola com'era, pareva una bambola.
POVERA PICCOLA, di Laila Cresta, edizioni Albatros  2011
info@booksin.it
L'ALBERGO DEL RAGNO, di Laila Cresta, Arduino Sacco Editore 2014
dal vostro libraio di fiducia, da infobooksin.it,
e da Libreria Booksin, Vico del Fieno 40/R  16123 Genova

venerdì 23 dicembre 2011

CREATURE GRANDI E PICCOLE


Sì, è vero: il nuovo libro che si va lentamente dipanando, "La Locanda del Ragno", con le sue atmosfere impregnate di salsedine e di orrore sottile, occupa ora la mia mente più di "Povera Piccola". Gli "scarrafoni e' mamma" però sono sempre tali, e comunque non posso accantonare una "creatura" senza aver fatto per lei tutto ciò che posso! Che razza di insegnante sarei, tra l'altro?! 
Nell'anno nuovo, presenterò "Povera Piccola" a Genova, a maggio lo farò a Torino. In questo libro, tra l'altro, vi sono personaggi che amo molto. Una per tutti, la vecchissima Francine Delorme, una vera "mère Sagette" che è stata anche staffetta partigiana, una sorta di "protofemminista" che ha fatto il primo e l'ultimo bagno a tutti i paesani. E' stata levatrice anche alla nascita di Draguignan. E "fabbricante di angeli", benché quest'ultima incombenza non le piacesse per niente.

martedì 13 dicembre 2011

La Fiera di, Roma


Per il "Gruppo Albatros",  una scaffalatura troppo piccola, e tanti, tanti libri che chiedevano più aria è più spazio. Sembrava quasi di essere a casa mia! C'era anche lei, però, POVERA PICCOLA, di Laila Cresta.

martedì 6 dicembre 2011

PIU' LIBRI PIU' LIBERI!


NEI GIORNI  8- 9- 10 DICEMBRE, LAILA CRESTA SARÀ ALLA FIERA  “PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI”, ROMA- EUR, E SALUTERÀ AMICI E CORRISPONDENTI.

sabato 3 dicembre 2011

POVERA, POVERA PICCOLA!


E va bene, lo so, e non l'accusate di questo: POVERA PICCOLA non è un romanzo "impegnato", benché io sia stata impegnata nel sociale tutta la vita. E forse non lo è proprio per questo. Invito quindi tutti coloro di livello culturale troppo elevato per un libro di evasione, a lasciarlo perdere. E' un libro onesto e ben scritto, che mantiene quello che promette: qualche oretta di evasione intelligente. E basta. Ormai, non sarò certo io a cambiare il mondo. Se avessi potuto farlo, lo avrei fatto. Come tutti.

lunedì 7 novembre 2011

DRAGUIGNAN E GENNY


Il commissario Draguignan e l’amica Géneniève Duvernois Apricot si sono conosciuti alla Sorbona negli anni del Maggio. Questo ne fa dei tipi un po’ particolari, un po’ massimalisti, un po’ libertari: secondo Robert,  il figlio di Genny, “La loro generazione è composta da alcuni degli individui più testardi e orgogliosi che ci siano mai stati dall'epoca del re Sole”.  S’infiammano con facilità, ma Genny insegnava e ha imparato a controllarsi, il commissario no. Anzi: lo chiamano “le Dragon, il Drago”, e le sue furie sono memorabili.  Non si è mai sposato. Genny è invece vedova di un uomo che è stato malato molti anni. Qualcuno ha detto che si tratta di una persona "perfetta", e tutta d'un pezzo. Spero non la pensino così tutti i lettori: a Genny  non piacerebbe per niente. E' una persona onesta, e lo è anche coi propri sentimenti, questo sì, ma forse in questa storia lo sono un po' tutti. Persino i delinquenti, e i pervertiti, sono in fondo sinceri  più che possono,  almeno nelle proprie pulsioni, e nei limiti entro i quali possono difendersi dalla “legge”.

lunedì 31 ottobre 2011

"POVERA PICCOLA": I PERSONAGGI E L'AMBIENTE


"POVERA PICCOLA" è un noir di ambientazione francese, come il "maggio" di quelli della mia generazione, e l'ambiente è un personaggio in più. Un personaggio importante: lo stile in cui è scritto il libro è molto "visivo" e l'ambiente fisico che è attorno ai personaggi in carne e ossa influenza il loro umore e le loro azioni, anche se in misura diversa a seconda del loro carattere e della loro età. Per questo motivo l'ambiente è curato e sempre "possibile": costituisce la cornice in cui possiamo immaginare l'azione. E' una caratteristica che si ritrova anche nell'ultimo dei miei noir, di ambientazione genovese, "L'ALBERGO DEL RAGNO", dove si ritrovano anche i personaggi principali di "Povera Piccola": il commissario Draguignan, la sua amica Genny e due giovani, il figlio di lei e l'agente di lui.
In "Povera Piccola" troviamo dunque:
Una ragazzina dal comportamento ambiguo
che nessuno ha tutelato.
Una madre che non è tale.
Un "padrino-padrone". 
Uno scienziato miope.
Un commissario di polizia irascibile.
Una donna di appetiti.
Un poliziotto ambizioso.
Un ragazzo intelligente.
Una "donna saggia". 
La sua bella nipote.
Una pittrice da "rive gauche".
Una ragazza vivace.
Un clochard.
Un ex maquis. 
Un ex peteiniste.
Sullo sfondo, uno losco scenario di pedofilia e di violenza.

da: info@booksin.it

venerdì 10 giugno 2011

e, dopo "POVERA PICCOLA", "L'ALBERGO DEL RAGNO"!



"L'ALBERGO DEL RAGNO" 

Nel nuovo noir di Laila Cresta si vedono i nostri protagonisti muoversi in una Genova ricca di angoli misteriosi e suggestivi, di storia intrigante e di miracolosa cucina. Una cucina che nasce miserabile e cresce magnifica, figlia di un sole che striscia come una serpe sui balconcini dei tetti d'ardesia, fecondando i vasi di coccio come feconda le fasce strappate alle montagne. Moderna e favolosa insieme, la città co-protagonista si dipana davanti agli occhi con le sue piazze anche piccolissime, e coi suoi stretti carruggi che trasudano inquietanti e indefinibili odori su cui domina quello onnipresente del mare. La natura di una caldissima estate si allea con questo ambiente straordinario per porre i personaggi in un continuo stato di tensione di indefinibile origine. E finalmente, in un'atmosfera sottilmente horror, le morti cominciano a susseguirsi, una dopo l'altra, in una processione di tessere slegate che ha origine lontano nel tempo e nello spazio, e che nessuno riesce a interrompere. L'amore che lega i protagonisti fra loro è l'unica luce che riesce a illuminare l'oscurità dei carruggi e di un albergo
che gli uomini hanno voluto dimenticare.

L'ALBERGO DEL RAGNO, di Laila Cresta
Arduino Sacco Editore 2014
Potete ordinarlo al vostri libraio di fiducia,
su tutti i siti di vendita online, sul sito dell'Editore
e alla Libreria Booksin, Vico del Fieno 40/R   16123 Genova
info@booksin.it   -    tel. 010/4037636