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domenica 3 novembre 2013

DAVANTI A "L'ALBERGO DEL RAGNO" (Dal I capitolo- Laila Cresta- Arduino Sacco Editore)



 
Palazzo Interiano Pallavicino- foto di Antonio Figari (www.isegretideivicolidigenova.com)
(...) Ad Albert sembrò strano anche l’albergo, e persino un po’ inquietante, serrato com’era tra palazzi tanto assurdamente vicini che sembrava gli si stringessero attorno con l’intenzione maligna di togliergli l’aria. Il giovane deglutì: neppure il giardino, che spuntava dai due lati del palazzo con due sottili propaggini, e probabilmente lo cingeva a “ferro di cavallo”, riusciva a dare respiro a quel palazzo. Sulle cancellate che lo racchiudevano, si arrampicavano piante tanto alte e folte da non lasciare vedere niente dell’interno, e si serravano strettamente sulle inferriate di ferro battuto macchiate di ruggine come di lebbra. Qualcuna anzi, fra le aeree volute che le componevano, era stata tanto corrosa da quella specie di cancro rosso cupo da essersi spezzata. Albert sorrise fra sé: gli era venuta in mente una frase del  grande Lovecraft su un palazzo “oscenamente antico” della fine del ‘700, e quella costruzione era addirittura del ‘500, gli aveva detto Robert. Gli affreschi sulla facciata del palazzo, trabeazioni e mezze colonne, erano appena visibili. Si notavano anche figure umane di tipo greco-romano, che se ne stavano annidate nelle nicchie virtuali create dagli elementi architettonici: qua e là mangiate dal tempo e dalla salsedine, finivano in questo modo per assumere mostruose e inquietanti fisionomie.(...)

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