Génèvieve
Duvernois Apricot
Genny
Veramente questo personaggio
(uno dei più importanti dei noir “Povera Piccola”, ed. Albatros, e di “L’Albergo del Ragno”), dovrebbe
chiamarsi solo Génèvieve Apricot, col cognome del marito, perché è cittadina
francese: lo so, e se qualcuno dovesse
farmelo notare risponderei che è colpa dell’influenza della mamma italiana se
lei preferisce dare anche il proprio cognome…
J’aime la France, sa langue, sa culture, sa lithérature, ma basta vedere in televisione “Il commissario
Cordier” (che pure mi piace, con l'overdose di "americanate" che ci propinano) per rendersi conto di quanto siano maschilisti i francesi, e la donna
francese (come un tempo anche quella italiana) all’atto del matrimonio sostituisce
al proprio cognome quello del marito. Genny però è un’ex sessantottina, figlia di un’italiana
di Sestri Levante, ed è un personaggio indipendente, forte, che per molti anni
ha accudito il marito reso invalido da un incidente sul lavoro, ma che si è resa
presto conto di essere rimasta con lui solo per il bene che voleva al padre di suo
figlio e per il bisogno che lui aveva di lei: passata la buriana della
giovinezza, che porta con sé anche il desiderio di un figlio (e di un figlio di lui: grande, forte, di
buon carattere), Genny si è resa conto di non aver bisogno di un uomo per vivere
serenamente. Le piace il sesso e non lo disdegna (una volta rimasta vedova però:
per rispetto del figlio e per meritarne il rispetto) ma non vuole storie esclusive,
non vuole più essere la donna di nessuno. Se in “Povera Piccola” assistiamo
anche al suo “risvegliarsi” come donna grazie al commissario Draguignan che è stato alla Sorbonne con lei e
l’ha sempre amata, ne “L’Albergo del Ragno” c’è anche la travolgente,
appassionata storia con Mario Canepa, un
uomo che è stato un tempo un noto e apprezzato skipper, e oggi è un tenero “ragazzo padre” dal
meraviglioso sorriso e dal corpo scultoreo: gestisce dei Bagni a Genova Boccadasse.
Il non poter creare un legame fisso a cavallo delle Alpi rende la loro storia
più travolgente e appassionata e, soprattutto per Genny, più libera. Mario la
considera anche “una meravigliosa mamma italiana” (quella di suo figlio è una
figura affascinante di ufficiale svedese che si fa viva quanda la sua nave approda a Genova), e davvero
Genny è molto mamma. Oltre al suo Robert coccola il suo amico Albert Panelli,
giovane agente siculo-francese del commissario Draguignan che “ha la mamma all’altro capo
dell’Italia”; la giovane Matilde Perri dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova,
che è uno dei personaggi centrali de “L’Albergo del Ragno”; Andrea Canepa, il
figlio decenne di Mario, simpatico monello da spiaggia; Colomba Notari, amica e
compagna di Matilde. In più, dopo la vedovanza, è tornata a insegnare: rimasta a casa per curare il marito, ormai non insegna più latino e greco in un liceo, ma lavora in una splendida scuola
montessoriana tout près de Paris.
Chi è Genny? Diciamolo: vorrei
essere io! In effetti abbiamo molto in comune, anche se io purtroppo io non
assomiglio, come lei “alla bella donna della Colazione sull’Erba, di Manet”, come la definisce a Genova il prestigioso chef che è un altro dei personaggi principali del libro: Riccardo Saporiti, che è anche un amico d'infanzia di Genny, il suo primo ragazzino, geniale come chef, ma assolutamente egoista come uomo.
Genny guida il figlio Robert e l'amico Albert per i cupi e affascinanti carruggi di Genova, e non solo, ma la vacanza è presto funestata da avvenimenti raccapriccianti: qualcuno ama portare a termine "colpi" intelligenti e preziosi, ma gode anche a uccidere le donne, "morbide e tenere", anche se non disdegna di uccidere gli uomini, se deve.
Una catena di sangue che ha origine nei lontani anni '80, quando fu sequestrata una famosa nave azzurra...
Genny guida il figlio Robert e l'amico Albert per i cupi e affascinanti carruggi di Genova, e non solo, ma la vacanza è presto funestata da avvenimenti raccapriccianti: qualcuno ama portare a termine "colpi" intelligenti e preziosi, ma gode anche a uccidere le donne, "morbide e tenere", anche se non disdegna di uccidere gli uomini, se deve.
Una catena di sangue che ha origine nei lontani anni '80, quando fu sequestrata una famosa nave azzurra...
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