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domenica 17 novembre 2013

Genny, da "POVERA PICCOLA" a "L'ALBERGO DEL RAGNO"



Génèvieve Duvernois Apricot
Genny
Veramente questo personaggio (uno dei più importanti dei noir “Povera Piccola”, ed. Albatros, e di “L’Albergo del Ragno”), dovrebbe chiamarsi solo Génèvieve Apricot, col cognome del marito, perché è cittadina francese: lo so, e se qualcuno dovesse farmelo notare risponderei che è colpa dell’influenza della mamma italiana se lei preferisce dare anche il proprio cognome…  
J’aime la France, sa langue, sa culture, sa lithérature, ma basta vedere in televisione “Il commissario Cordier” (che pure mi piace, con l'overdose di "americanate" che ci propinano) per rendersi conto di quanto siano maschilisti i francesi, e la donna francese (come un tempo anche quella italiana) all’atto del matrimonio sostituisce al proprio cognome quello del marito. Genny però è un’ex sessantottina, figlia di un’italiana di Sestri Levante, ed è un personaggio indipendente, forte, che per molti anni ha accudito il marito reso invalido da un incidente sul lavoro, ma che si è resa presto conto di essere rimasta con lui solo per il bene che voleva al padre di suo figlio e per il bisogno che lui aveva di lei: passata la buriana della giovinezza, che porta con sé anche il desiderio di un figlio (e di un figlio di lui: grande, forte, di buon carattere), Genny si è resa conto di non aver bisogno di un uomo per vivere serenamente. Le piace il sesso e non lo disdegna (una volta rimasta vedova però: per rispetto del figlio e per meritarne il rispetto) ma non vuole storie esclusive, non vuole più essere la donna di nessuno. Se in “Povera Piccola” assistiamo anche al suo “risvegliarsi” come donna grazie al commissario  Draguignan che è stato alla Sorbonne con lei e l’ha sempre amata, ne “L’Albergo del Ragno” c’è anche la travolgente, appassionata storia con Mario Canepa,  un uomo che è stato un tempo un noto e apprezzato skipper, e oggi è un tenero “ragazzo padre” dal meraviglioso sorriso e dal corpo scultoreo: gestisce dei Bagni a Genova Boccadasse. Il non poter creare un legame fisso a cavallo delle Alpi rende la loro storia più travolgente e appassionata e, soprattutto per Genny, più libera. Mario la considera anche “una meravigliosa mamma italiana” (quella di suo figlio è una figura affascinante di ufficiale svedese che si fa viva quanda la sua nave approda a Genova), e davvero Genny è molto mamma. Oltre al suo Robert coccola il suo amico Albert Panelli, giovane agente siculo-francese del commissario Draguignan che “ha la mamma all’altro capo dell’Italia”; la giovane Matilde Perri dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, che è uno dei personaggi centrali de “L’Albergo del Ragno”; Andrea Canepa, il figlio decenne di Mario, simpatico monello da spiaggia; Colomba Notari, amica e compagna di Matilde. In più, dopo la vedovanza, è tornata a insegnare: rimasta a casa per curare il marito, ormai non insegna più latino e greco in un liceo, ma lavora in una splendida scuola montessoriana tout près de Paris.
Chi è Genny? Diciamolo: vorrei essere io! In effetti abbiamo molto in comune, anche se io purtroppo io non assomiglio, come lei “alla bella donna della Colazione sull’Erba, di Manet”, come la definisce a Genova il prestigioso chef che è un altro dei personaggi principali del libro: Riccardo Saporiti, che è anche un amico d'infanzia di Genny, il suo primo ragazzino, geniale come chef, ma assolutamente egoista come uomo. 
Genny guida il figlio Robert e l'amico Albert per i cupi e affascinanti carruggi di Genova, e non solo, ma la vacanza è presto funestata da avvenimenti raccapriccianti: qualcuno ama portare a termine "colpi" intelligenti e preziosi, ma gode anche a uccidere le donne, "morbide e tenere", anche se non disdegna di uccidere gli uomini, se deve.
Una catena di sangue che ha origine nei lontani anni '80, quando fu sequestrata una famosa nave azzurra...

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