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lunedì 30 gennaio 2012

da "Povera Piccola" a L'ALBERGO DEL RAGNO


Nel noir appena pubblicato dalla Arduino Sacchi Editore ("L'Albergo del Ragno") e in quello del 2011 Edizioni Albatros ("Povera Piccola"), i personaggi principali sono gli stessi, ma persino i personaggi maturano, come fossero persone vere. E poi, si conoscono sempre di più, e quindi si definiscono sempre meglio. Oltre a questo, un tranquillo paesino de l'Ile de France (tranquillo, va be': tre omicidi uno dietro l'altro!) non è Genova, città portuale e cosmopolita.
Mi pare però che in "Povera Piccola" i personaggi fossero già ben caratterizzati: secondo me, in un romanzo d'evasione essi sono e devono essere dei "caratteri", dei "tipi", anche se possibilmente con guizzi di originalità.
Questa definizione "romanzo di evasione" mi intriga un po'. Persino l'intervistatore, in TV, ne ha parlato come di un romanzo "impegnato", e non è il primo. Ho riflettuto sulla cosa, e sono giunta a una conclusione: appartengo a una generazione maledetta che ha poco "giocato", una generazione "seria", "impegnata", nel politico e nel sociale. E il mio dubbio è che la definizione di "impegnato", a cavallo fra gli anni '60 e gli anni '70 (il periodo in cui Genny e il commissario Draguignan erano alla Sorbonne) fosse completamente diversa da quella di oggi...

Laila Cresta: L'ALBERGO DEL RAGNO
Arduino Sacco Editore, lo trovate sul sito della Casa Editrice, su ibs e su tutte le librerie online


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