Mi pare però che in "Povera Piccola" i personaggi fossero già ben caratterizzati: secondo me, in un romanzo d'evasione essi sono e devono essere dei "caratteri", dei "tipi", anche se possibilmente con guizzi di originalità.
Questa definizione "romanzo di evasione" mi intriga un po'. Persino l'intervistatore, in TV, ne ha parlato come di un romanzo "impegnato", e non è il primo. Ho riflettuto sulla cosa, e sono giunta a una conclusione: appartengo a una generazione maledetta che ha poco "giocato", una generazione "seria", "impegnata", nel politico e nel sociale. E il mio dubbio è che la definizione di "impegnato", a cavallo fra gli anni '60 e gli anni '70 (il periodo in cui Genny e il commissario Draguignan erano alla Sorbonne) fosse completamente diversa da quella di oggi...
Questa definizione "romanzo di evasione" mi intriga un po'. Persino l'intervistatore, in TV, ne ha parlato come di un romanzo "impegnato", e non è il primo. Ho riflettuto sulla cosa, e sono giunta a una conclusione: appartengo a una generazione maledetta che ha poco "giocato", una generazione "seria", "impegnata", nel politico e nel sociale. E il mio dubbio è che la definizione di "impegnato", a cavallo fra gli anni '60 e gli anni '70 (il periodo in cui Genny e il commissario Draguignan erano alla Sorbonne) fosse completamente diversa da quella di oggi...
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